Marco Martinelli
Va pensiero
Siamo in una quieta cittadina dell’Emilia-Romagna, ai giorni nostri.
È qui che «si posa» verdianamente il pensiero, e su un fatto di cronaca: un vigile urbano si fa licenziare pur di mantenere la propria integrità di fronte agli intrecci di mafia, politica e imprenditoria collusa, capaci di avvelenare il tessuto sociale della regione che ha visto nascere il socialismo e le cooperative.
Nel pantano di questa Italia, un semplice cittadino fa risuonare, per contrasto, la speranza risorgimentale inscritta nella musica di Giuseppe Verdi.
Si tratta di uno dei più importanti tentativi di questi anni di cogliere il tempo che stiamo attraversando, forse del primo vero dramma scritto oggi sull’Italia di oggi.
Renato Palazzi, «Il Sole 24 Ore»
La risorsa più determinante è stata proprio l’intrecciarsi delle risorse del drammaturgo e dell’attrice (di Marco Martinelli e di Ermanna Montanari), entrambe al massimo livello sia delle loro disponibilità a interagire che delle loro segrete autonomie.
Gerardo Guccini, «Italogramma»
Marco Martinelli
È fra i maggiori registi e drammaturghi del teatro italiano, ma il ruolo che più lo descrive è quello di poeta capocomico.
Le sue opere nascono infatti dall’interazione e dal rapporto di vicinanza con gli attori del Teatro delle Albe, ensemble fondato nel 1983 insieme a Ermanna Montanari (premio Duse nel 2013 e tre volte Premio Ubu come miglior attrice), Luigi Dadina e Marcella Nonni, a cui spesso si uniscono, nel corso di progetti di respiro internazionale, giovani non-attori che scoprono la propria identità teatrale proprio attraverso la drammaturgia di Martinelli.
In lui e nel teatro delle Albe, Claudio Meldolesi ha visto «un uomo-teatro iperrealista e un collettivo di irriducibili individualità»; mentre l’esperienza di meticciato teatrale tra attori italiani e senegalesi (da anni è componente stabile della compagnia che fu capitanata da Mandiaye N’Diaye) è stata definita da Franco Quadri come «l’ultima riprova che la fabbrica del teatro africano è in Europa, come già ci avevano ammonito Genet e Brook».
Martinelli ha vinto il premio Ubu quattro volte (regia, drammaturgia, pedagogia: 1996, 2007, 2012, 2013), il premio Hystrio alla regia (1999), il premio Mess di Sarajevo (miglior regia) e il premio alla carriera assegnato nel 2009 dal Festival Journées Théatrales de Carthage.
I testi di Martinelli sono tradotti e messi in scena in Francia, Belgio, Stati Uniti, Germania, Russia, Romania.